(di Franco Zappacosta)
Neroverde la nascita calcistica (gli inizi in serie D nel Pordenone), neroverde l’ulteriore formazione e la piena crescita professionale (quattro campionati in serie C con il Chieti), neroverde l’epilogo della carriera (Venezia con Ezio Volpi allenatore). Se c’è un calciatore la cui vita sportiva è stata caratterizzata dai nostri amati colori, questi è Fulvio Fellet. Il friulano è uno di quei giocatori (non sono pochi, segno dell’importante storia che abbiamo alle spalle) per i quali l’esperienza nel Chieti rappresentò il trampolino di lancio. Perché dopo la permanenza in Abruzzo e un altro passaggio nel Treviso, per Fellet ci fu l’approdo all’Udinese: un torneo in serie B e due in serie A. Con i bianconeri di Udine ha disputato 96 partite, di cui 58 nella massima divisione. Ecco il suo debutto in A:
16 settembre 1979 Fiorentina-Udinese 1-1
Fiorentina: G.Galli; Lelj, Orlandini; Galbiati, Zagano, Sacchetti; Bruni (63’ Tendi), Restelli, Sella, Antognoni, Pagliari. 12 Checchi, 14 Ricciarelli. All. Carosi
Udinese: E.Galli; Osti, Fanesi; Leonarduzzi, Fellet, Riva; De Bernardi, Del Neri, Bilardi (61’ Vagheggi), Vriz, Ulivieri. 12 Della Corna 14 Sgarbossa. All. Orrico
Arbitro: Prati di Roma
Reti: 17’ Pagliari, 85’ Ulivieri
In quella Udinese c’erano anche altri due ex neroverdi: Sergio Vriz arrivato a Chieti insieme con Fellet nel 1972. Rimasto una sola stagione, era subito sbarcato in serie A (Verona). Valentino Leonarduzzi giunse invece l’anno dopo, nel 1973. Sarebbe in seguito diventato una colonna dei bianconeri friulani, in A e B.
Fulvio Fellet è nato a Pordenone il 15 settembre 1952. Col Chieti ha giocato dal ‘72-73 al ’75-76. In totale 143 presenze (e 1 gol).
Nel rivisitare il suo stato di servizio nel Chieti e negli altri club emerge in assoluto un dato. Fulvio Fellet ha sempre giocato tantissimo, molto rare le assenze. Segno di una struttura fisica eccezionale, soprattutto a livello muscolare, ma anche di una serietà professionale esemplare.
Per dire: allora la serie C si articolava in tre gironi di 20 squadre ciascuno, il campionato era lungo 38 giornate, una vera e propria maratona. Bene: Fellet nei suoi quattro anni neroverdi su 152 partite ne saltò appena nove. Anche con l’Udinese le statistiche sono impressionanti. Sempre presente nell’anno della serie B (38 gare), mentre in serie A soltanto in due occasioni non scese in campo: 58 incontri disputati su 60 in calendario (un’assenza per stagione!).
<E’ vero – spiega Fellet – ho avuto continuità nell’intero arco della carriera. Per fortuna sono stato sempre bene, mai un infortunio di particolare gravità sia a livello articolare che muscolare. Ricordo che a Chieti nel primo campionato ho subìto uno stiramento alla gamba sinistra, poi più niente>. Infatti, quell’anno (’72-73,) Fulvio giocò “solo” 33 gare, poi furono 38 (’73-74), 35 (‘74-75) e 37 (’75-76).
Un gol realizzato. Rammenti quando?
<Sinceramente no, ho sempre segnato poco perché ai mie tempi un difensore raramente avanzava in area avversaria. Di solito il mio compito era restare lì dietro a vigilare. All’inizio ero un libero un po’ vecchia maniera: davanti al portiere e alle spalle degli altri compagni della difesa. Dovevo occuparmi delle chiusure ai lati e di quelle centrali. A Udine ho conosciuto l’evoluzione del ruolo: giocare in linea e impostare l’azione>.
Rivediamola l’unica rete neroverde, nella tua quarta e ultima stagione teatina.
15 febbraio 1976 Chieti-Montevarchi 1-0
Chieti: Capponi; Monico, Guasti; Tormen, Grezzani, Fellet; Fruggeri, Zanotti, Zeli (61’ Stellone), Anelli, Pennati. 12 Serano, 13 Beltramini All. Tognon
Montevarchi: Gavioli; Brilli, Poli; Florio, Ravaglia (69’ Galletti), Marco Riva; Belloli, Buttino, Vagheggi, Sena, Palladino. 12 Beccattini, 13 Cioncolini. All. Arnaldo Riva
Arbitro: Madonna di Ercolano
Rete: 53’ Fellet
La “Gazzetta dello Sport” nella cronaca della partita così descrisse il gol: <Tormen viene atterrato ai limiti dell’area toscana. Zeli batte la punizione servendo corto Fellet, respinta, Fruggeri raccoglie la palla sulla destra, assist per Fellet, gran tiro, 1-0>.
Il bilancio del primo e terzo anno fu più che buono: discreto il secondo, fallimentare l’ultimo. Nel ’72-73 allenatore Angelillo la squadra era molto forte e il 6° posto finale rappresentò un risultato a nostro giudizio al di sotto delle potenzialità dell’organico del quale facevano parte (in parentesi le presenze): Zanotti (37), De Pedri e Fellet (33), Bisiol e Calisti (32), Vriz (31), Monico (30), Fontana (29), Anelli (28), Omizzolo (26), Cavicchia (25), Berardi (24), Azzoni (23), Rossetto (17), Rulli (14), Sena (11), Bacchi (9), Cerone (8), Doffo (4), Rossi e Lippo (2), Di Pietro (1).
Nel secondo campionato gli allenatori furono Evaristo Malavasi e poi il più esperto Leo Zavatti. Undicesimo posto (nonostante l’exploit di Claudio Ciceri, capocannoniere con 17 reti). La scelta di Malavasi si rivelò molto deludente. Il gruppo era composto da: Fellet e Zanotti (38), Anelli e Berardi (37), De Pedri (36), Grezzani (32), Ciceri (30), Sena (27) Scicolone (26), Cantagallo (24), Vastini (22), Mircoli (21), Fossa (18), Della Bianca (18), Rulli (15), Natale, Frattura, Leonarduzzi (6), Cerone (5), D’Alessandro (2), Corso (1).
Meglio le cose andarono nel 1974-75. In panchina venne confermato Zavatti, dopo il suo esonero toccò al Adelmo Capelli. Settimo posto con un attacco capace di realizzare 43 gol con Berardi (11), Zanotti (8), Sena e Umile (7), Fruggeri (4), Guasti (3), Bolognesi, Buscaglia e Levantacci (1). La rosa comprendeva: Grezzani e Monico (37), Berardi (36), Fellet e Zanotti (35), Fruggeri (33), Cariolato (32), Paterlini (31), Guasti e Umile (29), Bolognesi (25), Anelli (21), Buscaglia e Levantacci (8), Rulli (6), Savini e Fossa (3), Azzoni, Cantagallo, Cerone, Mircoli (2), Liberati (1).
Disastroso l’epilogo della stagione 1975-76 conclusasi con la retrocessione in serie D (penultimo anno della gestione Angelini). 19° posto con staffetta in panchina fra Adelmo Capelli e Omero Tognon. In rosa: Anelli (28), Bankowski (3), Beltramini (9), Cimpiel (8), Capponi (30), Fellet (37), Fruggeri (28), Grezzani (37), Guasti (36), Marsico (17), Michetti (3), Mircoli (10), Modonese (22), Monico (38), Pennati (19), Stellone (22), Tormen (29), Umile (13), Zanotti (37), Zeli (20).
Fulvio, hai ancora contatti con qualche compagno di allora?
<Tramite facebook mi sento ogni tanto con Ciceri e Grezzani e recentemente con Liberati che era un giovanissimo portiere>.
A Chieti quattro anni, a Udine tre, anche a Padova sei rimasto a lungo. Hai messo sempre radici là dove hai giocato.
<Forse è dipeso dal mio carattere. Io sono un tipo tranquillo, ho stabilito ovunque un buon rapporto con dirigenti, compagni e tifosi. Mi volevano bene tutti e poi in campo ho sempre dato il massimo. Per impegno e dedizione ho ricevuto stima e rispetto. Una carriera dipende anche da questi fattori. Quando sei circondato dall’affetto dell’ambiente, le cose vanno meglio, condizione del giocatore e rendimento ne beneficiano>.
Gli avversari che ti hanno dato più grattacapi in serie C, B e A?
<Tra quelli che ho marcato nella prima parte della carriera non ne ricordo nessuno in particolare. In A ho giocato nell’Udinese quando eravamo alla vigilia del mundial di Spagna e ce n’erano tanti di grandissimo valore. Ho avuto di fronte Rossi, Altobelli, Pruzzo, tanto per fare qualche nome>.
Chieti come la ricordi?
<Una città graziosa, con il centro storico raccolto sulla collina, gente cordiale, mi sono trovato davvero bene, tant’è che la mia permanenza è durata parecchio. Lunghe passeggiate, le “vasche” come le chiamate voi a Chieti, occupavano gran parte del nostro tempo libero. Il ritrovo al Piccolo Bar, la cena da Bellavista. Anche nella cucina Chieti eccelle. Noi giocatori scapoli avevamo l’alloggio in un palazzo poco prima di piazza Trinità>.
Nel corso dell’esperienza chietina hai conosciuto la ragazza che sarebbe diventata tua moglie.
<Sì, Anna Ciprietti. Ero amico di un professore chietino, Alberico Del Rosario, tifosissimo neroverde che abitava - e tuttora abita - a Pescara (era docente alla scuola media del Convitto Nazionale G.B. Vico). Sua moglie e Anna lavoravano insieme, Alberico me la presentò e ci fidanzammo. Ci siamo sposati nel ’75 nella chiesa di Pescara Colli. Abbiamo due figli, Massimo, nato nel ’76 a Pescara, e Stefano. Massimo è papà di due ragazze, Stefano ha un maschio e una femmina>.
Per questo resta vivo il tuo legame con l’Abruzzo.
<Ogni estate vengo al mare, da mio cognato, il fratello di mia mia moglie. Ho anche rivisto Chieti e conto di farci ancora un salto l’anno prossimo. Mi piace tornare nei luoghi dove sono stato. Poi quattro anni non sono pochi, perciò il rapporto affettivo con la città rimane a dispetto del tempo trascorso>.
A Chieti hai avuto cinque allenatori. Hai cominciato con un mito dell’Inter (Angelillo) e chiuso con un altro nome prestigioso del Milan (Omero Tognon). In mezzo Malavasi, Zavatti, Capelli. Giudizio?
<Non posso che parlar bene di tutti, ognuno aveva proprie caratteristiche umane e professionali. E devo anche dire che il Chieti, almeno nei primi tre campionati che ho disputato, contava su organici di valore, con molti giocatori che in serie C erano nomi di un certo prestigio. Peccato per l’esito dell’ultima stagione>.
A Venezia, ultima tappa della tua carriera, hai conosciuto anche Ezio Volpi, il primo tecnico esonerato da Maurizio Zamparini.
<Volpi era una persona perbene, corretta e preparata. Zamparini sappiamo chi è. Se per ottenere risultati bastasse cambiare gli allenatori sarebbe facile per qualsiasi squadra vincere i campionati>.
Parliamo del presidente Guido Angelini.
<Ne conservo un ricordo bellissimo. Personaggio fantastico, di una bontà e genuinità eccezionali. Ha assicurato al Chieti una lunga permanenza in serie C. Gli sportivi di una certa età non devono dimenticarlo, quelli più giovani devono sapere. Sono stato bene con lui e lui mi ha voluto bene come un padre. Un anno ci fu per me una richiesta del Cesena che in quel periodo era in serie A. Angelini voleva ottenere qualcosa di più dalla mia cessione, o forse volle trattenermi, fatto sta che la trattativa non si concluse. Non ne feci un problema e ancora oggi non ho rimpianti>.
Adesso alleni i ragazzini.
<Faccio il secondo nel Limena, campionato di promozione. E’ la squadra di una cittadina vicino Padova, dove mi sono stabilito. Insegno la fase difensiva più la parte tecnica a due squadre della stessa società. Seguo inoltre formazioni del settore giovanile, dagli esordienti ai giovanissimi fino agli allievi e poi a bambini più piccoli, pulcini nati nel 2008. Molti pomeriggi inizio il lavoro in campo alle 16-16,30 e finisco alle 22 di sera dopo l’allenamento della squadra maggiore>.
Alcune foto ti ritraggono con i baffi che a Chieti non avevi.
<Ma non li porto più. Li ho avuti per poco tempo. Senza, mi vedo più giovane…>.
Segui ancora il Chieti?
<L’ho fatto soprattutto nel periodo in cui è stato neroverde il mio amico Zattarin. Poi meno, anche perché la squadra è finita purtroppo nelle categorie inferiori e non è facile essere aggiornati. Ma chiedo sempre notizie quando parlo con amici abruzzesi>.
Il tuo saluto ai fan neroverdi.
<Grazie a questa chiacchierata ho avuto modo di rivivere un passato felice, non soltanto dal punto di vista sportivo. Quei colori hanno contato molto per me e i tifosi del Chieti non li dimentico. Un grande abbraccio da Fulvio Fellet>.
Il quadriennio teatino di Fulvio è un lungo romanzo d’avventure. A noi piace rileggere alcune sue pagine: quelle dei due derby con il Pescara, neroverdi invitti, e di quattro successi contro due squadre che hanno giocato recentemente in serie A e oggi sono importanti realtà della B. Lo facciamo per sottolineare quanto grande è stato il Chieti in passato e i momenti di gloria da noi vissuti.
28 ottobre 1973 Pescara-Chieti 1-1
Pescara: Cimpiel; De Marchi, Battiston; Pennati, Ciampoli (70’ Loseto), Rosati F.; Ciardella, Lopez, Serato, Prosperi, Cicogna. 12 Ventura, 14 Favaron All. Rosati
Chieti: Rulli; De Pedri, Sena; Fellet, Grezzani, Scichilone; Vastini, Zanotti, Ciceri, Anelli, Berardi. 12 Fontana, 13 Dalla Bianca, 14 Bacchi. All. Malavasi
Arbitro: Ciulli di Roma
Reti: 40’ De Marchi, 84’ Ciceri
24 marzo 1974 Chieti-Pescara 0-0
Chieti: Cantagallo; De Pedri, Mircoli (dal 46’ Vastini); Fellet, Grezzani, Scichilone, Sena, Zanotti, Ciceri, Anelli, Berardi. 12 Rulli 14 Della Bioanca. All. Zavatti
Pescara: Cimpiel; De Marchi, Battiston; Zucchini, Ciampoli, Rosati F.; Pennati, Lopez, Capogna, Prosperi, Ciardella (dal 56’ Serato). 12 Ventura, 13 Loseto. All. Rosati
Arbitro: Chiapponi di Livorno
Questi altri quattro capitoli della stagione 1974-75 sono da leggere e imparare a memoria (si tratta di domeniche consecutive).
1° dicembre 1974 Empoli-Chieti 0-1 (campo neutro di Viareggio)
Empoli: Testa; Zanotto, Saccoccio; Radio, Scarpellini, Lenzi; Farinelli, Ghiandi (dal 53’ Fantozzi), Dalmo, Novellino, Bressani. 12 Moro, 13 Casarotto All. Ulivieri
Chieti: Paterlini; Monico, Cariolato (dal 58’ Fruggeri); Guasti, Grezzani, Fellet; Sena, Bolognesi, Umile, Zanotti, Berardi. 12 Cantagallo 24 Donatelli All. Capelli
Arbitro: Gazzari di Macerata
Rete: 13’ Berardi
8 dicembre 1974 Chieti-Carpi 4-1
Chieti: Paterlini; Guasti, Monico; Sena (dal 46’ Cariolato), Grezzani, Fellet; Fruggeri, Bolognesi, Umile, Zanotti, Berardi. 12 Cantagallo 13 Levantacci All. Capelli
Carpi: Grisenda; Dotti, Scalabrin; Graziol, Fanesi, Vasini; Cristini, Gavazzi (dal 57’ Gallina), Merighi, Gilli, Ruggeri. 12 Pressich, 13 Bacher All. Malavasi
Arbitro: Mondoni di Milano
Reti: 16’ Sena, 21’ Berardi rig., 23’ Berardi, 28 Gilli rig., 52’ Berardi
27 aprile 1975 Chieti-Empoli 1-0
Chieti: Paterlini; Monico, Cariolato; Anelli, Grezzani, Fellet; Buscaglia, Bolognesi, Umile, Zanotti, Berardi. 12 Liberati 13 Sena 14 Fruggeri All. Capelli
Empoli: Testa; Saccoccio (dal 78’ Londi); Scarpellini, Radio, Zanutto; Lenzi, Bilioetti, Novellino, Bressani, Farinelli, Bonaldi. 12 Mori, 14 Dalmo. All. Ulivieri
Arbitro: Mondoni di Milano
Rete: 57’ Buscaglia
4 maggio 1975 Carpi-Chieti 1-3
Carpi: Bompani, Borelli, Scalabrin; Gilli, Fanesi, Bacher; Epifano, Magnani, Merighi (dal 71’ Gori), Ruggeri, Sintino. 12 Vitolo, 13 Fiata All. Siligardi
Chieti: Paterlini; Guasti, Monico; Sena, Grezzani, Fellet; Fruggeri, Anelli, Buscaglia, Zanotti, Berardi. 12 Liberati, 13 Cariolato, 14 Donatelli. All. Capelli
Arbitro: Prestigiovanni di Trapani
Reti: 29’ Sena, 45 e 52’ Berardi, 58’ autorete Anelli
Nel corso dell’intervista Fulvio ha citato Felice Liberati (è nato a Roccamorice il 27 ottobre 1954). Giovanissimo portiere, insieme con Paterlini e Rulli, ebbe una presenza nella stagione 1974-75. <Feci anche un quarantina di panchine in cinque anni di permanenza nel Chieti. Eravamo un gruppo molto unito, gran parte della giornata, in campo e fuori, si trascorreva insieme, condividevamo lo stesso alloggio in corso Marrucino, accuditi dalla mitica Bambina. Perciò i rapporti con parecchi di quei compagni nel corso degli anni non si sono interrotti e ci sentiamo ancora. Io poi passai al San Severo e infine al Penne, per l’amicizia che legava Angelini al presidente del Penne, e vi sono rimasto in Interregionale fino alla fine dell’attività. Mi sono sposato e stabilito qui>. Felice ha svolto a lungo il lavoro di consulente e promotore finanziario. <Adesso nello stesso settore mi occupo di gestione degli uomini>. Ruolo che, in fondo, somiglia molto all’allenatore di una squadra di calcio…
Quando e contro chi ci fu il tuo esordio nel Chieti?
<Forse con l’Empoli?>
No, ecco quella che è stata una delle più importanti giornate della tua vita calcistica.
22 giugno 1975 Chieti-Motevarchi 3-0
Chieti: Paterlini (dall’82’ Liberati); Monico, Cariolato; Guasti, Grezzani, Fellet; Sena, Anelli (dal 45’ Fruggeri), Umile, Zanotti, Berardi. 13 Donatelli All. Capelli
Montevarchi: Gavioli; Brilli, Martines; Bencini, Fiorio, Reggianini; Santonico, Buttino, Gagliardelli, Palladino (dal 45’ Fazzi), Gattai. 13 Beccattini 14 Vagheggi. All. Arnaldo Riva
Arbitro: Baldari di Roma
Reti: 7’ e 81’ Umile, 82’ Berardi
Note: 30’ espulso Sena
Sulla “Gazzetta dello Sport” di lunedi 23 giugno si legge: <Nei minuti finali Capelli regala l’esordio a Liberati e il giovanissimo portiere si dimostra degno della fiducia respingendo un forte tiro di Santonico>.